1 Gennaio 2015 – Bundi
Al nostro risveglio il castello di Bijapur è un po’ surreale, ci sono ancora i segni evidenti della serata dell’ultimo dell’anno appena passata. Numerosi bicchieri sporchi in giro su tavolini e tante sedie fuori posto. Nella sala ristorante per fortuna è tutto in ordine, facciamo colazione e via, si parte per Bundi.
Percorriamo una strada molto dissestata, soprattutto gli ultimi 40Km per i quali abbiamo impiegato circa un’ora e mezza. In totale tre ore di viaggio.
Lungo questo tragitto abbiamo visto molta povertà, ogni tanto da vere e proprie capanne, uscivano dei bambini, ci venivano incontro correndo, salutando e urlando. Le capanne erano intrecciate con qualche arbusto e con la copertura in paglia.
Passando per un villaggio abbiamo visto una scena curiosa, un gruppo di ragazzi che realizzavano un’ascia. Noi normalmente andremmo in ferramenta, loro se hanno bisogno di qualcosa, se la costruiscono. Uno in terra teneva con una pinza il metallo appena fuso, altri due, un uomo e una donna, con un ritmo scandito ben preciso, assestavano colpi violenti a questo cuneo di metallo incandescente per forgiarlo proprio a forma di ascia.
Abbiamo trovato anche distese di “panetti” di combustibile da utilizzare per riscaldamento e per i forni tandoori, per cucinare. Questi panetti, fatti a forma di pagnotte schiacciate, sono impastati a mano e sono costituiti principalmente da sterco di mucca fresco e dai resti della lavorazione del frumento, il tutto essiccato poi al sole.
Finalmente a mezzogiorno arriviamo a Bundi. Ci fermiamo subito alla nostra Haveli, Braj Bhushanjee, sicuramente tra le più pulite e ordinate tra quelle in cui abbiamo soggiornato. Ci si presenta il proprietario che, a confermare la sua mania per la pulizia, gira scalzo all’interno dell’Haveli. La camera è molto spaziosa ed ha tutti i confort necessari, incluso il Wi-fi gratuito in camera.
Bundi è un’antica cittadina dove il tempo sembra essersi fermato. Come a Jodhpur, anche qui nella città vecchia, ci sono le case color indaco dei brahmini. Inoltre girando nelle vie strette si possono ammirare numerosi bazar e templi, angoli di strade che ti riportano al passato.
Oltre alle vie pittoresche di Bundi, l’attrazione principale da visitare è il Bundi Palace, che sembra uscito direttamente da una fiaba, lasciato a se stesso, senza che siano mai stati fatti grandi restauri, le cose più belle che conserva ancora oggi questo palazzo, sono i dipinti murali che rappresentano scene di battaglie.
Proseguendo la visita del complesso dei palazzi e salendo di un livello lungo il tortuoso sentiero che porta fino al forte in cima alla collina, si giunge ad un secondo palazzetto, il Chitrasala che ospita anche questo bellissimi dipinti ed un vasto giardino ben ordinato.
Salendo ancora lungo il sentiero, che si fa sempre più ripido e stretto, si giunge alla porta del forte Taragarh che fu fatto costruire da Rao Bav Singh nel 1354. All’interno tutto è allo stato di rudere e ricoperto da una folta vegetazione. Ora i proprietari sono le scimmie quindi è bene muoversi con cautela e con passi piccoli e lenti. Le vedute su Bundi sono fantastiche, peccato per la giornata un po’ grigia.
Ormai è passata anche la metà pomeriggio e ci si avvia alla sera, rientriamo nella città vecchia e curiosiamo ancora un po’ per le vie di Bundi, andando a cercare i Baori come il Raniji-ki-Baori ovvero il pozzo della Regina, profondo 46 metri, ma con pochissima acqua e tantissima spazzatura sul fondo.
Rientriamo alla nostra Haveli dove ceneremo in una bellissima sala da pranzo, antico salone del palazzo sapientemente restaurato, il cibo è ottimo, il posto ci piace tantissimo. Con un velo di tristezza inizio a pensare che cittadine Come Bundi, Jaisalmer oppure realtà rurali come Narlai e Bijaipur, non ne incontreremo più visto che le prossime tappe saranno Jodhpur, che è la capitale del Rajasthan, Agra e Delhi, tutte grandi e caotiche città.
Abbiamo soggiornato presso Haveli Braj Bhushanjee, questa la mia recensione su TripAdvisor.