E’ la giornata del Trekking a Manakamana. Ci siamo svegliati nelle nostre camere dell’Old Inn di Bandipur con il rumore dei primi passanti sulla piazza del Gran Bazar. Dopo una abbondante ed ottima colazione prendo le valige e le porto all’ingresso dell’hotel. C’era chi spolverava, chi dava lo straccio sul pavimento e chi aveva iniziato a rifare le camere. Immediatamente si fermano tutti e ci vengono in aiuto per portare i bagagli alla macchina. Questa volta il nostro autista è pronto con la jeep appena ripulita. Le mie minacce del giorno prima hanno fatto effetto.
Scesi da Bandipur siamo nuovamente sulla Pithvi Hwy e si svolta a destra in direzione di Kathmandu, ma dopo pochi chilometri si svolta nuovamente, questa volta a sinistra, al bivio per Gorkha. All’inizio di questa strada, nel paese di Anbu Khaireni, si trova la partenza del trekking per Manakamana.
Trekking a Manakamana – 9,5km e +920m di dislivello
Questo trekking parte subito dopo il ponte sul fiume Marsyangdi nel paese di Anbu Khaireni. Il Marsyangdi River nasce sull’Annapurna dalla confluenza di due torrenti glaciali. Il trekking per Manakamana si percorre lungo una strada sterrata che in alcuni tratti diventa una semplice pista battuta, ma percorribile solo con fuoristrada.
L’umidità è impressionante, non ho strumenti per misurarla ma sicuramente sarà stata vicino al 100%. Vi riporto la mappa, non la troverete da altre parti. Io non la trovai e quando ho chiesto sul posto mi hanno detto che non esiste. In realtà questo percorso è usato più dai locali per spostarsi sulla montagna che dagli escursionisti. Forse è proprio questo a renderlo speciale.
Mappa del Trekking a Manakamana
La parte in blu è il Cable Car con il quale sono sceso nuovamente a valle. Mi ero messo d’accordo con il mio autista per darci un appuntamento in un posto differente da quello della partenza. Se lo fate assicurati di avere il suo numero di telefono per ogni evenienza. La presenza di questo Cable Car contribuisce alla mancanza di escursionisti nella parte più bassa del trekking.
Durante l’ascesa, con molto stupore, ho incontrato alcune persone, soprattutto a piedi con grandi carichi sulle spalle. Trasportano principalmente prodotti di coltivazioni. Probabilmente molti abitano nei villaggi in quota e ogni giorno scendono per l’approvvigionamento dei viveri.
Il trekking sale in modo deciso e costante, lo vedo dal mio altimetro che cambia valore con una frequenza di pochi secondi.
Profilo Altimetrico del trekking
Nella prima parte del percorso passo all’interno di villaggi rurali fatti da abitazioni molto spartane, sono poco più che baracche. I più anziani mi guardano con diffidenza, probabilmente molti non lasciano queste montagne da anni e non hanno frequenti incontri con persone straniere.
Salendo la situazione cambia e gli ultimi villaggi che incontro prima di arrivare a Manakamana sono più “moderni”, le case sono tutte in muratura e le strade non sono più in terra battuta ma sono fatte con un selciato in pietra. La popolazione è cordiale ed accetta di mettersi in posa per una fotografia. Sicuramente più si sale e più si risente del facile collegamento con la civiltà grazie al Cable Car.
Manakamana
Finalmente arrivo alla città tempio di Manakamana. Sono in una condizione pietosa, completamente bagnato come se fossi andato vestito sotto la doccia. Per fortuna mi sono portato un cambio nello zaino. Il tempo di cambiarmi la maglia e mi rendo subito conto di essere arrivato in un angolo di India. Il Nepal è un paese fantastico, si è capaci di passare da ambienti completamente differenti in pochissimo tempo.
Perché sembra di essere in un angolo di India? Dagli odori! Davanti al tempio purtroppo distrutto dal terremoto, trovo una lunga fila di persone, molti con piccoli animali vivi per lo più galline, pronti a sacrificarli davanti al tempio Hindu costruito accanto alle rovine di quello vecchio.
Tutto il resto è un gran bazar in stile indiano, caos ed ogni genere di cianfrusaglia in vendita. Non resisto a lungo, un pò per la stanchezza della salita e un pò per il caldo. Insieme ai miei compagni di viaggio decidiamo di rientrare e andare a pranzo al ristorante che si trova nella stazione a valle del Cable Car.
Probabilmente a Manakamana la cosa più interessante da vedere era il tempio che non c’è più. Mi sento comunque di consigliare questa escursione perché, soprattutto lungo la salita, ci si avvicina alla popolazione locale e si ha così la possibilità di conoscere da vicino un volto diverso di questo paese.
Nagarkot
Il nostro autista anche questa volta è stato puntuale, ha imparato la lezione. Ripartiamo nel primo pomeriggio verso la valle di Kathmandu per salire a Nagarkot. Non vi posso dire niente di questo posto perché purtroppo abbiamo trovato un traffico infernale. Questa località è in montagna, in una delle vette che fanno da cornice alla caotica Kathmandu che purtroppo va attraversata subendo il suo traffico. Le strade principali sono sempre intasate.
Arriviamo al nostro Lodge quando ormai è sceso il sole. Piove e c’è la nebbia. Iniziamo a sentire anche i tuoni. Vi posso dire che ho dormito al Club Hymalaya Nagarkot e niente di più. Fortunatamente è un luogo accogliente e si mangia molto bene. Ci siamo finalmente rilassati dopo una giornata intensa. Ci aspetta l’ultima parte del viaggio tra la cultura e i templi della valle di Kathmandu.