26 Dicembre – Penisola di Valdés / Torres del Paine
I primi tre giorni sono andati benissimo, i tempi erano giusti per fare quello che avevamo in programma ma erano altrettanto giusti anche per ambientarsi velocemente. La Penisola di Valdes ci è sicuramente rimasta nel cuore, un ottimo biglietto da visita della Patagonia.
Il nostro viaggio prosegue con la visita dei parchi Torres del Paine in Cile e Los Glaciares Sud e Nord, accedendo rispettivamente da El Calafate e da El Chalten. Attraverseremo in dieci giorni questi parchi via terra partendo da El Calafate. La mattina del 26 Dicembre facciamo colazione intorno alle 7.30 e dopo un’oretta circa si parte per tornare a Trelew. Dobbiamo lasciare il pick-up, imbarcare le valigie e prendere il volo per El Calafate, dopodiché, con un altro mezzo a noleggio, dobbiamo raggiungere il parco del Torres del Paine in Cile, attraversando la frontiera via terra. Il trasferimento più lungo e impegnativo di tutto il nostro viaggio, sappiamo già che non sarà uno scherzo.
Il volo arriva puntuale a El Calafate, anzi con una ventina di minuti di anticipo, infatti abbiamo dovuto avvertire la Nunatak Rent a Car, l’altra società di noleggio auto della quale ci siamo serviti. Il nostro minivan Hunday H-1 ci viene consegnato e questa volta staremo comodissimi. Sembra di stare in salotto, ben presto verrà poi soprannominato “Soffione”, dopo vi spiegherò perchè.
Scarica le mappe stradali di dettaglio in pdf premendo qui.
Sono circa le 17 e partiamo da El Calafate alla volta del Cile, località Villa Serrano che si trova all’estremità sud del Torres Del Paine NP. Dopo circa un’ora di viaggio, mentre attraversavamo un passo, tutto insieme il nostro pulmino quando è sotto sforzo inizia a emettere un rumore simile ad un soffio, sembra di avere un aspirapolvere in auto. Fortunatamente lo fa dopo un certo numero di giri del motore, non è fisso. Da “esperti” meccanici abbiamo ipotizzato che fosse il limitatore di velocità. In realtà era un tubicino staccato che portava al compressore del motore diesel, con una conseguente notevole perdita di potenza. Per i successivi quattro giorni abbiamo viaggiato in queste condizioni. Solo al nostro ritorno a El Calafate siamo tornati agli uffici Nunatak e ci hanno velocemente sistemato tutto.
Per raggiungere il confine con il Cile nella località “Paso Don Guillermo” abbiamo percorso tutta la ruta 40 fino a “La Esperanza”, il nome dice già tutto. Questa località è l’incrocio di 3 grandi strade, un distributore ed un ristorante, niente più. Era possibile anche prendere una deviazione 70km prima, presso “Il Cerrito” seguendo il vecchio tracciato della Ruta 40, ma ci hanno sconsigliato tutti di percorrerlo perché non più oggetto di manutenzioni regolari. Anche io vi sconsiglio di avventurarvi, ci vuole un’ora di più per il confine rimanendo sull’asfalto, ma considerate che non c’è segnale cellulare e, se vi succede qualcosa, sulla strada principale almeno c’è transito di veicoli.
Servendovi dei punti di riferimento presenti sulla mappa stradale, Sulla Ruta 40 direzione sud, dopo circa 125 Km da La Esperanza, sulla destra trovate un innesto di una strada bianca, largo una decina di metri; sempre in questo punto è presente un cartello grande di propaganda turistica che rappresenta le varie regioni dell’Argentina. Scordatevi di trovare le indicazioni stradali, la strada va presa a fiducia!
Presa questa strada dopo circa 20 minuti si raggiunge la frontiera in uscita dell’Argentina. Scene da film! Entriamo dentro e tutto si ferma, 3 o 4 agenti, vestiti in abiti civili, ci squadrano dalla testa ai piedi, forse un po’ increduli vista l’ora. Sono circa le 20.30, fortunatamente le giornate sono lunghe e di luce ce n’è sempre tanta. Sbrigate le formalità in uscita ci rendiamo conto che di li a poco dovremmo trovare l’ingresso in Cile e, dopo 10 minuti di pista (non ce la faccio a definirla strada), troviamo la sbarra della frontiera Cilena. Qui sono tutti belli inquadrati con la loro divisa. Dopo circa 10 minuti siamo riusciti ad avere i documenti per passare. La stanchezza fisica e psicologica si fa sentire. Troviamo una pattuglia di Carabinieri e, viste le scarse indicazioni stradali, ci facciamo spiegare la strada per Villa Serrano. Sono stati gentilissimi e ci hanno spigato benissimo il percorso che poteva nascondere anche delle deviazioni non volute.
Abbiamo ancora un’ora e mezza di strada, pian piano la luce diventa sempre più fioca. Il bagliore del tramonto lascia lo spazio alla luce intensa e brillante della Luna che è piena. Il cielo è sereno e pieno di stelle, dopo circa un’ora di viaggio dalla frontiera siamo nell’ultimo tratto di strada che ci separa dal nostro arrivo. Costeggiamo tutto il Lago Toro e lo spettacolo della Luna con il suo riflesso tuffato nell’acqua è impagabile. Tutto è molto surreale, c’è luce ma sono le 23 e non sappiamo minimamente dove siamo! Finalmente un cartello, Hotel Osteria Tyndall, Villa Serrano. Siamo Arrivati!
Villa Serrano è una località posta nell’ansa del fiume Rio Serrano, appena fuori dalla Porta Serrano, ingresso Sud del Torres Del Paine NP. Alloggiamo presso la struttura dell’Hotel Tyndall, abbiamo preso un cabin per 6 persone, un po’ spartano ma allo stesso tempo accogliente. Tre camere, due bagni e una cucina completa, certo, se volete cucinare e venite da El Calafate via terra come noi, fate la spesa prima di partire perché qui nono troverete niente, il posto più vicino è Puerto Natales, a 80Km di strada. Lo stesso vale per il carburante, se possibile mettete almeno un paio di taniche da 20l a bordo; il gasolio si trova facilmente perché tutte le strutture hanno il proprio generatore di corrente a Diesel, la benzina invece è un po’ più difficile ed ha prezzi astronomici. Date retta, portatevi il carburante.
Fatto il check-in in hotel, veniamo muniti di un grazioso carretto, soprannominato “barroccio” per trasportare i bagagli al nostro cabin, posizionato simpaticamente in fondo alla proprietà dell’hotel, inaccessibile alle auto. Il posto è bellissimo, la hall dell’hotel è calda ed accogliente, oltre ad essere anche ben arredata. A disposizione c’è il segnale wi-fi quando funziona; la tecnologia è di tipo satellitare quindi se tira vento forte o è brutto tempo, può essere molto lento, o al peggio non funzionare. Andiamo a letto praticamente senza cena, però sono molto contento di aver effettuato questo lungo trasferimento che ci ha permesso di guadagnare un giorno da spendere interamente all’interno del parco, tutto è andato liscio. Comunichiamo a casa il nostro arrivo tramite e-mail. Ci aspettano 3 giorni spersi nella natura più selvaggia, in un posto remoto da qualche parte in Cile, cosa si può volere di più!
27 Dicembre 2013 – Torres del Paine, le prime escursioni.
Il primo giorno di escursioni nel parco è cominciato! Avevo programmato di prendere il primo traghetto per la navigazione del lago Peohé fino alla Valle del Francés ma, per colpa della stanchezza pregressa del giorno prima, siamo arrivati qualche minuto in ritardo e non ce l’abbiamo fatta. Decidiamo di fare un trekking breve che parte sempre nelle vicinanze dell’imbarco, precisamente il Salto Grande e il Mirador Cuernos. Il primo è una breve camminata ad un punto panoramico affacciato su una cascata; il secondo è praticamente il proseguimento di questo sentiero fino al mirador che si affaccia sotto il massiccio del Paine sul lago Nordenskjold, è una camminata di un’ora circa. Il tempo è incerto, nuvoloso ed ogni tanto fa qualche schizzo di pioggia.
Torniamo all’imbarco appena in tempo per prendere il traghetto delle 12.00 in modo da riprendere come programmato il trekking verso la Valle del Francés, stando attenti al tempo di percorrenza per il ritorno, lo stesso traghetto ci aspetterà alle 18.00. (per inviare una mail ed avere informazioni al servizio di navigazione premi qui, non hanno un sito internet).
Alla guarderia Lago Pehoé c’è un bell’ostello, il Lodge Montana Paine Grande, è molto accogliente ed ha un bel ristorante self-service. Molti viaggiatori “zaino a spalla” lo utilizzano come punto di appoggio per il famoso trekking ” W ” che si percorre in almeno 5 giorni di cammino ed unisce i punti più spettacolari e famosi del parco.
Il trekking è bello, inutile dire che la differenza la fa il meteo. Alcune vette sono coperte e le nuvole sicuramente riducono la spettacolarità di questo parco, ma intanto camminiamo e ci ambientiamo con la natura circostante. Rientriamo a Villa Serrano dopo 30′ di navigazione ed altrettanti di macchina.
La sera ci regala un bel tramonto sul massiccio del Paine con le nuvole nere basse e i raggi di sole orizzontali, veramente uno spettacolo. Siamo affamati ed “aggrediamo” il buffet dell’hotel Tyndall che, a dire la verità, non è niente di eccezionale. Prendiamo confidenza anche con il nostro cabin, al suo interno una bella stufa a legna, la accendiamo e il fuoco fa un gran caldo e naturalmente anche tanta compagnia.
28 Dicembre – Lago Gray
Ci svegliamo ed è il giorno 28 dicembre. Anche oggi il cielo è parzialmente nuvoloso, ma non piove e le previsioni lo danno in miglioramento. Come da programma ci dirigiamo verso il Lago Gray; già dall’Italia avevo prenotato la navigazione sul lago fino al ghiacciaio per il turno delle 14.00 Consiglio di prenotare in anticipo perché questa zona del parco è molto frequentata, si rischia di non trovare posto. Il servizio è operato dall’hotel Lago Gray.
Per aspettare l’imbarco, percorriamo due sentieri ; mirador Ferret e mirador Lago Gray. Il primo è breve ma molto ripido, può essere impegnativo senza un po’ di allenamento. In vetta si gode di un ottimo panorama sulla punta sud del Lago, la spiaggia e alcuni icebergs alla deriva.
Dopo circa quaranta minuti, scendiamo e andiamo a percorrere l’altro sentiero che, dalla spiaggia ci porta al mirador. Si deve oltrepassare il Rio Gray percorrendo un ponte Tibetano, è una bella esperienza. Il Mirador Lago Gray è molto suggestivo, ma quanto vento! Un po’ per questo, un po’ per scattare qualche foto agli icebergs, sperimento la mia posizione soprannominata da Lorenzo “modalità cecchino”. In pratica mi sdraio sulla spiaggia di ghiaia impugnando la macchina fotografica come se fosse un fucile ed inizio a scattare foto a raffica. Facciamo un picnic con questa vista esclusiva ed inizia a fare capolino il sole, i riflessi di luce sul lago Gray disseminato di pezzi di ghiaccio enormi sono veramente pazzeschi. Iniziamo a capire la maestosità e la bellezza del Torres del Paine.
Puntuali prendiamo l’imbarcazione che ci porterà fino ai piedi del ghiacciaio, saliamo sull’imbarcazione principale mediante un breve ma burrascoso tragitto su un piccolo scafo, il tutto ovviamente senza riparo da vento e schizzi, ma alla fine è divertente. L’escursione durerà circa 4 ore. Lentamente e contro vento andiamo verso l’estremità nord del Lago Gray ed iniziamo a vedere il maestoso ed omonimo ghiacciaio.
Il vento si ferma ed il cielo diventa azzurro, improvvisamente è caldo. Il ghiacciaio è spettacolare, riflessi azzurri pazzeschi, nuvole basse e cielo blu cobalto, tantissima luce da accecarti. Un ambiente tanto bello quanto surreale. Finisco una scheda di memoria. Questa escursione è stata bellissima e ne è valsa veramente la pena. Tra l’altro non costa molto, 45.000 Pesos Cileni (circa 70 Euro nel dicembre 2012) e ti riempie la giornata.
Rientriamo per la doccia e poi cena, questa sera però decidiamo di andare al ristorante del vicino Hotel Rio Serrano. Si mangia decisamente meglio con il buffet senza limiti. Adatto per il nostro abituale appetito serale! Mentre ceniamo solito tramonto spettacolare con nuvole dorate e cielo azzurro tendente al rosa, in tutta questa cornice si vedono anche gruppi di cavalli allo stato brado che galoppano da una sponda all’altra del Rio Serrano. Il tempo di accendere la stufa, di scaricare le foto e poi via, tutti a letto.
29 Dicembre – Mirador Las Torres
E’ arrivato il gran giorno del mitico trekking al Torres del Paine ed il tempo è ottimo, brezza fresca, cielo terso e sgombro da nuvole, è perfetto! Il percorso parte dall’Hosteria Las Torres, distante circa un’ora e mezza di macchina da Villa Serrano. La strada è immersa nella natura, costeggia un tratto del lago Nordenskjold e poi tra lagune e svariati saliscendi, frequentati da tanti esemplari di guanaco, arriva al punto di partenza del sentiero; lasciamo l’auto e partiamo a piedi per una lunga camminata.
Questo trekking è veramente spettacolare, il primo tratto è una bella salita, non molto ripida ma lunga e costante, fino ad arrivare in 2 ore di cammino al Campamento Chileno. In questo punto c’è un bellissimo punto panoramico che affaccia sulla enorme e profonda vallata, ammantata di vegetazione rigogliosa e fitta da un lato e da una gigantesca pietraia dall’altro.
Si continua a salire in mezzo al bosco fino all’ultimo punto, il Campamento Torres, ideale per una sosta di raccoglimento delle forze prima dell’ultimo tratto più impegnativo e veramente pendente. Questo campeggio è la base di partenza per gli scalatori, che aspettano anche settimane per avere le condizioni meteo perfette che abbiamo trovato noi in questa giornata.
Camminiamo da circa 3 ore e iniziamo l’ascesa al mirador Torres ripida e impegnativa, tutta su una difficile pietraia. In circa 800m di sentiero ci sono quasi 500m di dislivello. La vetta sembra lì vicino, quasi si può toccare, ma non arriva mai! Ma poi arriva, tutta insieme, e l’emozione è inspiegabile. Il panorama che ci si pone di fronte è commovente.
Il cielo terso ed azzurro tendente al blu cobalto, fa da sfondo al maestoso complesso del Paine. Il Torre Sud, il Torre Central e il Torre Norte sembrano quasi caderti addosso tuffandosi nella laguna sottostante color turchese. Viene veramente da piangere, la fatica è stata ripagata! E’ la definizione della quiete. Durante l’ascesa abbiamo avuto anche punti con un bel vento sostenuto, altri con calma piatta e caldo, ma una volta arrivati in vetta nella conca che ospita la laguna, tutto si ferma. Il vento cessa, la fatica finisce, il cuore i apre! Consumiamo il nostro pranzo al sacco immersi in questo panorama unico, non riusciamo nemmeno a parlare ed ognuno di noi rimane in silenzio a contemplare.
Recuperate le forze riprendiamo la strada del ritorno, prima di abbandonare la laguna ci voltiamo un’ultima volta, consapevoli che non ritorneremo più in questo posto fantastico che però rimarrà sempre vivo e vicino dentro di noi. La fatica inizia a farsi sentire e finalmente siamo nuovamente a valle, alla fine abbiamo camminato circa 20Km con un dislivello cumulato totale di circa 1300m !!
Solita cena e solita stanchezza. Vado a letto con la sensazione che provo quando faccio qualcosa di speciale, che mi ricorderò sempre per tutta la vita. La giornata di oggi è uno di quei momenti.
Utilità
Se vuoi programmare in dettaglio i tuoi trekking nel Torres del Paine, puoi utilizzare questa mappa dettagliata dei sentieri che ho recuperato direttamente presso il centro visite, inoltre puoi scaricare premendo qui il PDF delle schede dettagliate del mio programma di questi giorni nel parco. Contengono informazioni utili sui tragitti, sull’hotel e tutti i riferimenti utili per organizzarsi il viaggio in autonomia.