Introduzione e Itinerario in breve
Ogni momento dell’anno è ottimo per visitare Pisa, ricca di storia, cultura e tradizione. Anche se tutti pensano che il momento migliore sia la primavera, considerando che il clima è generalmente mite in ogni periodo dell’anno, vi consiglio come stagione alternativa l’autunno. Le giornate in questo momento iniziano ad accorciarsi ma sono ancora sufficientemente lunghe e la luce del pomeriggio regala dei tramonti unici in ogni scorcio della città. Inoltre eviterete in questo modo di imbattervi nelle comitive del turismo organizzato.
Dal punto di vista enogastronomico in autunno troverete l’olio nuovo, il vino nuovo ed il tartufo bianco. Prodotti Pisani di eccellenza internazionale. Pisa si raggiunge facilmente con l’Aeroporto Internazionale Galileo Galilei che ospita le principali compagnie aeree europee low cost.
In questo articolo vi racconto la mia giornata passata a Pisa in modo un po’ diverso da quanto viene generalmente proposto dalle guide e dal turismo di massa, senza dimenticare ovviamente il punto di interesse più importante come la Piazza dei Miracoli ed i suoi celebri monumenti. Non il solito “mordi e fuggi”.
Ho dedicato la prima parte della giornata alla visita di Piazza dei Miracoli e dei suoi monumenti. Subito dopo ho passeggiato fino ai lungarni per raggiungere il Palazzo Blu, un pezzo di storia della Città di Pisa restituito pochi anni fa alla popolazione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa. Nel pomeriggio mi sono spostato appena fuori città nella località Molina di Quosa presso il Circolo Enogastronomico Podere Belvedere, dove ho partecipato ad un corso di cucina preparando insieme a Dario una ottima cena ricca di tradizione.
#1 Classic – Piazza del Duomo
La Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Torre Pendente e il Battistero insieme ad un bellissimo prato verde, racchiuso dalle mura medievali, costituiscono la “Piazza dei Miracoli”. Nome coniato dal celebre poeta Gabriele D’Annunzio.
Non sarò certo io a farvi scoprire una delle piazze più famose al mondo. Pensate che solo la Torre Pendente è considerata come primo simbolo dell’Italia nel mondo. E’ la nostra icona. Nonostante ciò, le moltitudini di turisti, attratte dalla particolarità della torre pendente e dalla possibilità di farsi la foto nella celebre posizione atta a sorreggerla, non conoscono le basi ed il contesto storico di questo monumento che ne ufficializzano, se possibile ancora di più, la sua grandezza e la potenza della storica dominazione Pisana.
La cattedrale fu realizzata nel periodo del massimo splendore della città di Pisa che, grazie alle proprie vittorie e conquiste dalle battaglie in mare, veniva definita la “Nuova Roma”. Proprio reinvestendo il bottino conquistato nella importantissima battaglia antisaracena di Palermo fu dato incarico all’Architetto Buschetto di realizzare nel 1064 la cattedrale di Santa Maria Assunta, costruita sui resti dell’antica cattedrale Pisana andata precedentemente distrutta. Per enfatizzare ancora di più la potenza di Pisa, le fiancate di questo edificio furono realizzate con i pezzi più pregiati del materiale recuperato da altri monumenti distrutti durante le battaglie vinte.
All’interno della Cattedrale spiccano la rappresentazione di San Giovanni Battista realizzata da Cimabue ed il bellissimo pulpito di Giovanni Pisano. Sempre all’interno della cattedrale, osservando la lampada della navata centrale, si narra che il Pisano Galileo Galilei formulò la teoria sull’isocronismo del pendolo.
Il contesto geografico dell’antica Piazza dei Miracoli era molto diverso da quello attuale. A quei tempi un fiume ormai scomparso, l’Auser, lambiva la piazza e collegava l’Arno e il mare con un porto fluviale poco distante, utilizzato addirittura fin dall’epoca Etrusca. Immaginate cosa doveva provare un forestiero entrando in Pisa navigando e ammirando l’immensa bellezza della Cattedrale con il Battistero e la Torre Pendente.
Nel 1152, in fronte ed in asse alla Cattedrale, fu costruito il Battistero con il progetto di Diotisalvi. Gli esperti dicono che alcune scelte progettuali ricordano fortemente il Santo Sepolcro di Gerusalemme, testimonianza di un certo influsso d’oriente nell’architettura Pisana. Riprendendo questa forma di pianta circolare pochi anni dopo nel 1173 fu realizzata la Torre Campanaria, ma tutt’oggi resta ufficialmente anonimo il progettista. Si pensa a Bonanno Pisano o sempre a Diotisalvi, ma non ci sono certezze. Il celebre “Male Oscuro” , come veniva chiamata a quei tempi l’instabilità e il continuo movimento del campanile, ha reso oggi la Torre Pendente di Pisa famosa nel mondo.
A completare la Piazza dei Miracoli così come la conosciamo oggi fu la realizzazione nel 1257 dello Spedale Nuovo, dove attualmente si trova il Museo delle Sinopie, e nel 1277 la costruzione del nuovo Camposanto.
Questi sono ovviamente solo dei cenni storici, potrete trovare nelle librerie di pisa decine di pubblicazioni dove poter approfondire la storia della Piazza dei Miracoli e della Città di Pisa.
Il mio consiglio è di prendervi tutto il tempo per visitare e vivere questa piazza e tutti i suoi monumenti. Non vi limitate a fotografare l’esterno, visitate la Cattedrale, il Battistero e salite sulla Torre Pendente. Potrete acquistare i biglietto on-line a questo sito. Il panorama che si ha in cima alla Torre sulla Piazza dei Miracoli e sul resto della città è unico. In giornate di buona visibilità è possibile vedere anche il mare. Per vedere tutto ho impiegato tutta la mattinata.
#2 Original – Palazzo Blu
Dalla Piazza del Duomo, ho percorso a piedi tutta Via Santa Maria, raggiungendo il Lungarno Antonio Pacinotti. Ho attraversato il ponte Solferino ed ho preso il Lungarno Gambacorti dal quale, soffermandomi alcuni minuti a fotografare la Chiesa della Spina, ho raggiunto il Palazzo Blu. Si impiegano circa 15 minuti a piedi per questo trasferimento.
Il Palazzo Blu, posizionato sul Lungarno Gambacorti, è un contenitore di arte, cultura e storia. Spesso negli itinerari turistici proposti dalle guide e dai tour operator, la visita di questo palazzo non è compresa, al limite viene concesso qualche cenno passandoci davanti. In realtà, soffermandosi alla storia dell’origine di questo edificio, al recupero architettonico ed alla collezione permanente presente, dovrebbe essere sicuramente compreso come punto fisso di un itinerario giornaliero di visita della città di Pisa.
Ho avuto la fortuna di avere come guida personale l’Arch. Mario Pasqualetti che ha rivisto e modificato il progetto di recupero architettonico originario. E’ stato interessante scoprire i segni della antica casa torre medievale e i vari interventi che hanno portato a costituire l’attuale palazzo. Pensate che durante i saggi sulle fondamenta è stato riscoperto in ottimo stato il vecchio selciato anch’esso medievale, che è stato lasciato in vista come testimonianza del passato.
Storia
Il complesso di edifici che a Pisa occupa l’intero isolato fra Lungarno Gambacorti, via Toselli, via delle Belle Donne e piazza dei Facchini, è il risultato di una storia che va molto indietro nel tempo. Posti in posizione strategica, all’imboccatura del ponte che nel X secolo attraversava il fiume di fronte alla porta aurea della città precomunale, gli edifici hanno subito nei secoli ricostruzioni, distruzioni, modifiche architettoniche e di uso da parte di una lunga serie di proprietari, spesso appartenenti alle più potenti e illustri famiglie cittadine.
Dal Medioevo con i Sismondi e i Buonconte, fino a Giovanni dell’Agnello, primo e unico “Doge” di Pisa, che vi costruì la sua dimora alla metà del Trecento, l’area e le costruzioni che vi insistevano hanno seguito le vicende della storia della città, con la decadenza nel Rinascimento dopo la conquista fiorentina e la ripresa nel XVI e XVII secolo, quando i Medici tornarono a interessarsi di Pisa come seconda città del principato. Il complesso appartenne poi ai Sancasciano e ai Del Testa, ai quali si deve la struttura tardocinquecentesca che il palazzo conservò fino al XVIII secolo, quando fu oggetto di ulteriori modifiche a parte dei nuovi proprietari, gli Agostani.
Il Palazzo appartenne quindi di nuovo a un ramo dei Del Testa, poi ai Bracci Cambini e agli Archinto. Il colore dell’esterno del palazzo, così anomalo rispetto al profilo odierno del Lungarno, risale molto probabilmente a questo periodo. Il particolare azzurro, trovato sulla facciata sotto gli strati più recenti di pittura, fu dovuto probabilmente all’influenza di gusto portata da ospiti di San Pietroburgo soggiornanti a Pisa. Sempre a quel periodo risalgono molte delle decorazioni delle sale a cui il restauro ha ridato vita.
L’ultimo importante intervento sul palazzo, di poco posteriore alla ristrutturazione dei lungarni a opera di Simonelli, risale agli anni dopo l’Unità d’Italia. Il conte Domenico Giuli, proprietario del palazzo, acquistò nel 1864 dal Comune di Pisa un tratto del vicolo fra via dell’Olmo e via del Cappello, edificandovi una nuova ala che rendeva simmetrica la facciata e la collegava con il palazzetto Casarosa, anch’esso di proprietà. Negli anni che seguirono il palazzo assunse l’aspetto che ancora conserva.
La Fondazione ha poi acquistato dalle famiglie Giuli Rosselmini Gualandi il complesso di edifici e ne ha disposto il restauro con la finalità di conservare e valorizzare, come bene culturale, un palazzo così importante per storia, arte, cultura, e qualità.
Perché visitare Palazzo Blu?
La collezione permanente del Palazzo Blu ospita molte opere d’arte come pitture, sculture e reperti archeologici. L’opera che ha attratto di più la mia attenzione durante la visita del palazzo è stato il Polittico di Agnano realizzato da Cecco Di Pietro nell’ultimo decennio del XIV secolo. L’opera fu commissionata dall’Arcivescovo di Pisa che prima della sua morte voleva lasciare ben arredata la chiesa del monastero degli olivetani, oggi chiesa di Agnano.
Una particolarità è la presenza nella collezione anche della fedele riproduzione di Icilio Federico Joni nella metà degli anni ’30. Questa opera fu commissionata dal conte Tobler che, durante il restauro della chiesa di Agnano si offrì di ospitare il Polittico originale nella propria villa. Effettivamente però dopo il restauro al suo posto fu posizionata la copia e non l’originale, soltanto dopo il bombardamento della chiesa nel 1944 si accorsero dello scambio.
Successivamente al recupero del palazzo si sono susseguite molte mostre importanti ed uniche come Chagall, Mirò, Picasso, Kandinsky, Andy Warhol, Modigliani e Toulouse-Lautrec, quindi se siete in visita a Pisa, vi conviene sempre visitare il sito del Palazzo Blu per verificare il programma in corso.
#3 Food – Scuola di Cucina al Podere Belvedere
E’ metà pomeriggio ormai di questa fantastica giornata passata completamente tra la storia e la cultura Pisana. Ovviamente mi è venuta fame. Perché non approfittare per conoscere più da vicino i prodotti enogastronomici locali? Volevo qualcosa di più della semplice esperienza della tavola di un ristorante e così, cercando su Internet ho trovato questo posto, il Circolo Enogastonomico Podere Belvedere.
Ho contattato il padrone di casa, Dario che per telefono mi ha spiegato le loro attività che ruotano attorno al cibo ed ai prodotti locali. Oltre a prepararti dell’ottimo cibo, organizzano camminate sul Monte Pisano e corsi di cucina. Ho optato per questa seconda opportunità, volevo cimentarmi nella preparazione di qualche piatto tipico. Il Podere Belvedere si raggiunge facilmente da Pisa con 15 minuti di auto. Se siete a piedi potrete contattare Dario che vi indicherà il miglior modo per raggiungerlo, offrendosi anche in alternativa ai mezzi pubblici di venirvi a prendere.
Vi consiglio raggiungere il Podere nel pomeriggio in modo da godere del tramonto, nelle giornate di buona visibilità si vede Pisa e il litorale Pisano, i tramonti da qui sono unici. In alternativa secondo me, nelle belle e soleggiate giornate di inverno, deve essere eccezionale per il pranzo.
Per il primo piatto abbiamo preparato due tipi di pasta, rigorosamente fresca fatta a mano impastando semplicemente la farina di semola di grano duro, uova ed acqua. Più genuino di così! Abbiamo preparato i maltagliati che sono stati conditi con una salsa di porro e lardo. La cosa che mi ha dato più soddisfazione è stato preparare i “cappellacci del brigante” che sono dei ravioli giganti ripieni di patate insaporite con noce moscata e pepe e conditi semplicemente con burro e salvia, eccezionali.
Come secondo piatto abbiamo preparato il “peposo”, un piatto in tema con quanto visto durante la giornata perché di origine medievale. In pratica è uno spezzatino di manzo per il quale è stato scelto il taglio del muscolo. Viene cotto in tegame con i grani di pepe interi e molto vino rosso servito insieme a dell’ottimo purè. Prima di questa bontà abbiamo iniziato la cena con salumi nostrani e bruschetta con l’olio nuovo di un frantoio locale, prodotti biologici a km zero.
Ringrazio ancora Dario e la sua famiglia per averci accolto a casa sua e per avermi insegnato i segreti per realizzare la pasta fresca. La cena è stata ottima ed ha completato una fantastica giornata passata a Pisa.