Uluru e il deserto rosso Australiano

di Michele Suraci
ayersrock_009Kings Canyon, Ayers Rock ed i Monti Olgas, citati nel titolo con il nome aborigeno, sono da sempre il chiodo fisso per ogni viaggiatore non per caso!Non ci si può definire “viaggiatori professionisti” se non si è affrontato ameno una volta nella vita il viaggio per eccellenza “on the road” nel deserto rosso. Percorrendo la Stwart Hwy verso sud da Darwin o verso nord da Adelaide, circa 1.500Km in entrambe le direzioni, si raggiunge Alice Springs, unico punto di partenza per visitare le meraviglie naturali che riescono a trasformare una immensa distesa monotona di deserto rosso nel celebre Outback Australiano pieno di fascino e mistero.Alice Springs è stata fondata circa 135 anni fa esclusivamente per l’installazione strategica di una stazione del telegrafo, oggi conta poco più di 26.000 abitanti e può essere considerata una metropoli nel deserto se raffrontata alle densità abitative del resto del continente con esclusione delle capitali.
Watarrka National Park – Kings Canyon
kingcanyon_137Spesso al di fuori dai circuiti turistici di massa, per questo meno conosciuto, il Kings Canyon a mio parere è uno dei posti più belli da visitare dell’Outback Australiano, le sue profonde gole riescono a rompere un panorama drammatico altrimenti noioso creando anche una alternanza cromatica dovuta alla contrapposizione del rosso della terra con il verde delle numerose oasi naturali ospitate al suo interno.Si possono percorrere numerosi sentieri abbastanza semplici, alcuni possono richiedere poche ore, altri l’intera giornata. Vale la pena percorrere il “Kings Canyon Rim Walk” un anello di circa 6km che inizia con una salita abbastanza ripida, successivamente si snoda lungo tutta la sponda del Canyon fino ad arrivare ad un vero e proprio pertugio, oltrepassando il quale si raggiunge una zona nominata “Garden of Eden”, un’oasi con un boschetto rigoglioso disposto intorno ad una pozza naturale. Chiudendo il sentiero ad anello ci si affaccia su degli strapiombi incredibili, se avrete la fortuna di visitarli con il sole calante del tramonto tutto diventa di un colore più caldo ed ancora più suggestivo.
Uluru – Ayers Rock
ayersrock_117Questo luogo non è sacro solo per la popolazione aborigena anangu, ma lo è per tutti i viaggiatori che riescono a vederlo dal vivo. Personalmente ho visto la prima volta il famoso monolite con il sole alto e mi è apparso quando ero in macchina alla fine della salita di un altipiano; un intenso colore arancione con i bordi ben definiti e con lo sfondo di colore azzurro mi hanno letteralmente accecato per qualche secondo. Fantastico!I colori cambiano a seconda del momento della giornata, inutile dire che lo spettacolo migliore e la maggior parte delle variazioni si hanno la mattina all’alba e specialmente la sera al tramonto.Ayers Rock si trova a a 460Km a sud ovest di Alice Springs, il monolite alto 867m.s.l.m. fuoriesce dal deserto rosso circostante per 350m e pare che solo un terzo dell’intera roccia fuoriesca dal terreno, il resto è tutto sommerso al di sotto del bush.
Kata Tjuta – Monti Olgas
kingcanyon_038A soli 30Km dall’icona Australiana per eccellenza, sorge questo complesso di rocce arrotondate che formano delle gole ricche di vegetazione. Questo sito è molto sacro per gli aborigeni quindi salire sulle estremità di questi monoliti, oltre ad essere molto pericoloso, è anche offensivo per la popolazione locale e quindi sconsigliato.Le ore migliori per visitare questo sito sono al mattino, raggiungendo questa zona il panorama è surreale, sembra di assistere ad un miraggio invece è tutto reale.
Curiosità
Parlando con un guardia parco dell’Uluru e Kata Tjuta National Park siamo venuti a sapere che quasi tutti i giorni ricevono per posta pacchi con rocce provenienti da Ayers Rock e dai Monti Olgas, accompagnati da lettere di scuse. I turisti portano a casa queste rocce come souvenir, poi si pentono e li rispediscono con tante di scuse. In realtà la superstizione non è cosa solo Italiana, pare che ci sia una leggenda che narra una eventuale ondata di eventi sfortunati per chi sottrae materiale dai luoghi sacri degli anangu, da qui il gesto della restituzione interpretato dai più come una sorta di rito purificatore.

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